XI edizione. 16 Novembre 2008
La prima vittoria di Scaltenigo!
La XI Edizione del Zogo de l’oca in Piazza si è conclusa, dopo una lunga serie di sfide e di colpi di scena, con la vittoria degli arancioni di Scaltenigo, che mai erano riusciti nell’impresa.
Notevole è stato l’afflusso di pubblico sia italiano che straniero, in particolar modo francese, vista
la partecipazione al gioco della squadra di Ugine, l’ospite che ha sfidato le compagini locali. L’intero
weekend ha accolto un numero record di visitatori registrando circa 50.000 presenze, e 1.300 spettatori
paganti per il gioco in piazza, evento principale della manifestazione.
Il Zogo de l’oca è per Mirano un momento magico, una vetrina internazionale in cui vengono promosse la città e le sue risorse turistiche. La piazza, vestita a festa, ha accolto i turisti, come ogni anno,
tra musiche, giochi e spettacoli di strada, mentre le bancarelle tipiche, disposte lungo le vie del centro,
offrivano esclusivamente prodotti legati all’oca.
L’evento è curato nei più piccoli particolari, nell’attenta ricostruzione storica e nella ricerca dei
costumi - apparentemente semplici, ma rigorosamente fedeli nei modelli e nei tessuti agli originali di
inizio ‘900 - , così come nell’arredo della Piazza e del Mercato (l’Ocarìa, ricostruzione di un tradizionale
mercatino dell’epoca).
Oltre al Zogo che si svolge la domenica, altri eventi collaterali arricchiscono la festa: la
competizione riservata ai bambini, il concorso “Miss Oca” per i pennuti più belli, il Palio dell’oca (gara di
corsa). Era inoltre presente in città, durante i giorni della fiera, la fotoreporter e giornalista inglese Anne
Conway, che ha tenuto un workshop fotografico aperto a professionisti e dilettanti.
In questa occasione, è stato presentato il libro “Mirano e l’oca”, realizzato in occasione del
decennale del Zogo.
Questo libro è un originale incontro tra immagini del presente e parole del passato. Grazie alle foto di
un giovane fotografo miranese, Tommaso Saccarola, scattate nella precedente edizione come un vero e
proprio reportage, racconta la due giorni del Zogo e della Fiera dell’Oca: le giornate di festa, ovviamente,
con il loro caleidoscopio di colori e suggestioni, ma anche il “dietro le quinte”, per dare il giusto tributo
al grande lavoro di decine di volontari che ogni anno, con grande passione e dedizione, permettono lo
svolgimento di questa splendida manifestazione.
Grazie, inoltre, alle parole di una delle più grandi penne del giornalismo veneto, vicedirettore del
Gazzettino e profondo conoscitore delle nostre terre: Edoardo Pittalis, il libro ripercorre la vita di
Mirano lungo tutto il ‘900; partendo dai primi anni del secolo scorso, il periodo storico in cui il Zogo
è ambientato, sino ai nostri giorni. Con un certosino lavoro d’archivio, Pittalis ha ripercorso un intero
secolo di Mirano, riportando a galla episodi più o meno noti, ricreando l’atmosfera di ogni singolo
decennio, fissando nelle parole quello che è un vero e proprio patrimonio di cultura popolare.
Da sempre la festa richiama l’attenzione dei media: RAI UNO e RAI TRE hanno mandato in onda
degli speciali sulla manifestazione miranese dandole visibilità nazionale, mentre SKY ha addirittura
trasmesso l’intero evento in diretta. Anche la stampa ha seguto con interesse la manifestazione, a cui
sono state dedicate pagine su quotidiani locali e riviste nazionali.
Il Zogo, non è dunque una manifestazione fine a se stessa, ma piuttosto il momento culminante di
una più ampia festa popolare ricca di attività ed intrattenimenti. Per quanto riguarda la gastronomia, l’oca
è leitmotiv durante l’intero mese: tutti i ristoranti del territorio propongono, in questo periodo, ricercati
menù a base d’oca, attirando quel turismo enogastronomico che è diventato un comparto economicamente
importante del turismo stesso. Ciò ha portato un diretto beneficio anche all’agricoltura del territorio
in quanto si è reintrodotto, in molte fattorie, l’allevamento delle oche per far fronte alla grandissima
richiesta.
Questa manifestazione, inoltre, ci ha permesso di riscoprire un passato che vive ancora in mezzo
a noi e di ricreare quei momenti di vita che non sono “sorpassati”, ma solo dimenticati. Tutto ciò è
stato possibile grazie anche al dialogo tra anziani e bambini, che ha permesso di recuperare quelle
testimonianze della cultura orale che, in una realtà individualistica come la nostra, si vanno sempre più
perdendo. Ed è proprio dal rinato interesse per le tradizioni che nasce il successo del Zogo de l’Oca, che
per qualche giorno trasforma il nostro paese in una cittadina d’altri tempi.
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